Cardiofrequenzimetro Professionale
Il cardiofrequenzimetro è da sempre associato al mondo dello sport. Il primo dispositivo elettronico per la rilevazione e registrazione del battito cardiaco venne infatti inventato in Finlandia nel 1982 proprio per monitorare la frequenza cardiaca degli atleti durante gli allenamenti e le gare degli sport di resistenza come corsa e sci di fondo.
Per molti anni, almeno fino all’invenzione degli orologi sportivi e degli smart tracker, il cardiofrequenzimetro è stato sinonimo di fascia toracica. Oggi invece esistono diversi dispositivi in grado di rilevare la frequenza cardiaca, mostrarla in tempo reale, monitorarla nel tempo e memorizzarla, per consentire confronti e analisi.
Sportwatch, fitness tracker, auricolari bluetooth, occhiali e fasce elastiche da braccio sono tutti prodotti che possono contenere al loro interno un’apparecchiatura per la rilevazione del battito cardiaco con livelli di accuratezza molto vicini se non pari a quelli di una fascia da petto.
1. Cardiofrequenzimetro: come funziona
Un cardiofrequenzimetro è uno strumento tutto sommato semplice nella sua costruzione, tanto che nello sviluppo tecnologico che ha accompagnato la sua evoluzione è diventato sempre più piccolo e leggero al punto da poter essere posizionato all’interno di numerosi dispositivi per lo sport. Semplificando si tratta di un sensore che registra il battito e lo trasmette a un software in grado di analizzarlo e registrarlo.
C’è però una sostanziale differenza tra un cardiofrequenzimetro da torace e quelli che si trovano all’interno di sportwatch o altri dispositivi elettronici. La fascia toracica infatti registra il battito cardiaco tramite gli impulsi elettrici del cuore, esattamente come avviene in un elettrocardiogramma.
Negli orologi cardio e negli altri weareable indossati in altri punti del corpo rispetto al torace il sensore è di tipo ottico, con delle luci Led a diverse frequenze che stimano il volume di sangue che passa nelle vene e nei tessuti e deducono così la frequenza cardiaca.
2. Fascia toracica o cardiofrequenzimetro ottico: le differenze
Come detto, la fascia toracica e il cardiofrequenzimetro ottico differiscono per la tecnologia utilizzata. Basta guardare il retro di un orologio cardio per notare i LED, di cui spesso si vedono anche i colori quando il dispositivo è acceso, e intuire la differenza con il dispositivo di una fascia toracica.
La fascia cardio da petto è provvista di elettrodi da posizionare centralmente all’altezza dello sterno. Essa registra gli impulsi elettrici del cuore e li invia, tramite segnale radio ANT+ o connessione Bluetooth, allo smartphone, allo smartwatch o, nel caso delle palestre, alle apparecchiature fitness che trasmetto i dati al cloud, come l’Uptivo Bridge.
La differenza di qualità e prezzo delle diverse fasce toraciche dipende dalla tecnologia di rilevazione utilizzata ma anche dalla fascia in sé, che nei modelli più economici può essere poco ergonomica oppure deteriorarsi dopo pochi utilizzi. Una fascia elastica di bassa qualità può comportare anche che il dispositivo di rilevazione dell’impulso elettrico si sposti durante l’attività, inficiando l’attendibilità dei dati registrati.
Il cardiofrequenzimetro ottico, che si trova negli sportwatch, negli armband e in altri dispositivi per lo sport come occhiali o auricolari, funziona con sensori a luci Led, da posizionare a diretto contatto con la pelle di modo che le diverse frequenze (solitamente riconoscibili dai diversi colori delle luci) possano stimare il flusso di sangue attraverso i diversi strati della pelle, dedurre il battito cardiaco e trasmettere questi dati al software che lo registra e analizza.
Un cardiofrequenzimetro a lettura ottica può risultare accurato tanto quanto quello di una fascia da petto, specialmente se utilizzato in quelle attività sportive in cui il braccio mantiene una posizione precisa senza effettuare ampi e repentini movimenti, come il ciclismo, l’indoor cycling e walking. Tuttavia, sussistono delle condizioni per cui la misurazione tramite dispositivo ottico può risultare difficile, ovvero in presenza di folta peluria sulle braccia o di tatuaggi estesi e pigmentati.
La differenza di qualità e di prezzo tra un cardiofrequenzimetro ottico di alta qualità e uno di fascia intermedia o entry level è data dal grado di tecnologia messo in campo e dalla capacità del software di analizzare i dati e recepire solo i segnali attendibili, eliminando gli eventuali falsi positivi e negativi.
3. A che cosa serve un cardiofrequenzimetro?
In modo del tutto indicativo, in ogni attività cosiddetta “cardio” (dalla corsa al ciclismo, dai circuit training in palestra alla camminata, e anche nel nuoto) si possono distinguere 3 zone di allenamento:
1) Per il dimagrimento
2) Per il miglioramento delle capacità aerobiche
3) Per il miglioramento delle capacità anaerobiche
Il cardiofrequenzimetro è l’unico strumento in grado di dare una misura oggettiva e attendibile dell’intensità e del carico di un allenamento o di un esercizio fisico, della sua specificità rispetto agli obiettivi che ci si pone, e degli eventuali miglioramenti o peggioramenti della condizione fisico-atletica sul medio e lungo periodo.
Esistono diversi metodi scientifici per calcolare la frequenza cardiaca ideale per ciascuno di questi obiettivi.
1) FcMax (Massima Frequenza Cardiaca)
2) Riserva Cardiaca
2) Tanaka
Il più comune è quello in percentuale sulla Massima Frequenza Cardiaca (FcMax che indicativamente si stima con la formula 220 – età per gli uomini, 226 – età per le donne). Un altro metodo è quello in percentuale sulla Riserva Cardiaca (la cui formula è FcMax – FcMin, con la frequenza cardiaca minima che si misura al mattino, appena svegli, a riposo). Una terza formula largamente utilizzata è quella di Tanaka che, sostanzialmente, è una diretta evoluzione della più classica formula di Cooper (208 – 0,7 x età in anni) che non richiedendo una stima del battito a riposo, risulta più semplice da utilizzare. Proprio per questa ragione, Uptivo utilizza la formula di Tanaka e imposta automaticamente la FCMax a partire dalla data di nascita del soggetto, lasciando comunque libero l’utente di personalizzare le proprie soglie in base alle proprie esigenze e/o alle indicazioni del trainer di riferimento.
Il vantaggio di un cardiofrequenzimetro è che tutti i calcoli sono eseguiti in tempo reale, registrati e memorizzati automaticamente dal software del dispositivo, tenendo conto delle caratteristiche individuali di chi lo usa (età, genere, FcMin, FcMax, stato di forma fisica) e dei miglioramenti o peggioramenti nel tempo.
Pur non essendo un dispositivo medico, e non potendo quindi in alcun modo sostituire una vera visita cardiologica, un buon cardiofrequenzimetro è anche in grado di dare alcune utili indicazioni sullo stato di salute in base a parametri che dipendono dalla frequenza cardiaca, come lo stato di stress, la qualità del sonno o il livello di ossigenazione del sangue.
4. I dispositivi Uptivo per la rilevazione della frequenza cardiaca
Sono due i dispositivi Uptivo per la rilevazione della frequenza cardiaca, adatti a soddisfare le diverse esigenze di chi ama tenersi in forma individualmente o in gruppo, all’aperto o in un fitness club.
Uptivo Lightband, il cardiofrequenzimetro da braccio con sensore ottico a Led, ha la peculiarità di cambiare colore in base allo sforzo di chi lo indossa, consentendo così di regolare facilmente e velocemente l’intensità dell’allenamento tanto da parte di chi si sta allenando quanto da parte del trainer che conduce l’allenamento.
Uptivo Belt è la fascia cardio toracica di Uptivo ad alta precisione, da abbinare ad altri ricevitori Uptivo o con dispositivi wearable dotati di tecnologia Bluetooth o ANT+.
Entrambi i dispositivi sono parte di un ecosistema di monitoraggio della frequenza cardiaca durante l’attività sportiva che comprende l’Uptivo App da scaricare sul proprio smartphone, l’Uptivo Cloud e Uptivo LIVE che insieme a Uptivo Bridge consentono ai trainer di offrire esperienze fitness tanto in presenza quanto da remoto più coinvolgenti, accurate, personalizzate ed efficaci.